Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:00
Ammit si rialzò, l’impulso cieco della fame sopraffatto da una nuova sensazione. Tremava tutta, sussulti sempre più violenti che sembravano poterla smembrare da un momento all’altro. Attorno a lei si diffuse una vibrazione, una nota cupa a limite degli infrasuoni. Un punto luminosissimo, azzurro-bianco, si manifestò all’altezza del suo petto. I residui di consapevolezza di Isabelle, il nucleo di istinti che costituivano l’identità di Ammit morirono in quel momento, annientati dalla luce insostenibile della Teleforce.
L’energia assorbita aveva raggiunto la massa critica, oltre al limite sostenibile per un essere umano, oltre alle possibilità di un qualsiasi essere vivente basato sulla chimica del carbonio. In pochi secondi il punto si espanse fino a saturare la forma-Ammit e cominciò a crescere. Mentre cresceva, un metro alla volta, la nuova creatura diventò cosciente. Prima di sé, poi dell’ambiente che la circondava. Arrivata a trenta metri di altezza, con una forma che ancora assomigliava a quella umana, la creatura si guardò attorno, cercando altri come lei. La sua visuale spaziava dall’ultravioletto all’infrarosso, mettendo in evidenza la presenza di Teleforce. In un sussulto di volontà espanse ancora la sua coscienza, arrivando ad abbracciare tutto il pianeta e spingendosi fino alle fasce di Van Allen.
Sola. Non aveva pari. Levò verso il cielo le sue appendici superiori ed estese filamenti azzurri in tutte le direzioni, pronta a collegarsi a tutte le sorgenti di Teleforce per riassorbirle dentro di sé.
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:05
Eric Meson era sotto choc. In tutti i suoi anni da super aveva visto di tutto, era stato testimone e spesso causa di innumerevoli morti. Il flare di Teleforce di poco prima lo aveva lasciato scosso, sembrava aver portato via la sua capacità di concentrarsi e di controllare la sua armatura. In più si era abituato ad essere l’arma finale, il risolutore delle crisi peggiori. Eppure quella cosa, Ammit, aveva praticamente ignorato i suoi colpi e ora… ora era diventata qualcosa che Uranium non riusciva a comprendere. Dopo tanti anni Meson riscoprì cosa volesse dire avere paura. Libby scomparsa insieme a Mezzanotte, American Dream fatto a pezzi, tutti gli altri... e sentire dentro di sé la pressione del proprio potere cambiare.
«Eric? Uranium? Mi senti? Riesci a sentirmi?»
Lontana, la voce di Rushmore alla radio era troppo lontana. Meson crollò a sedere, incapace di continuare a combattere.
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:10
«Rushmore, sto ascoltando la mente di Uranium. E’ nel panico, dobbiamo fare qualcosa alla svelta.»
«Non sai neppure quanto alla svelta,» Rushmore fissava due schermi del centro di controllo «i livelli di potenza di quella cosa sono completamente fuori scala e come se non bastasse da Washington è arrivato l’ordine di lancio. Lo vedi quello?» Indicò la sagoma nera di un sommergibile, appena emerso nell’oceano a duecento chilometri da Admiral City «Ecco la risposta del Presidente a tutti i problemi. SSBN-742, il Wyoming.»
Scanner lesse il resto nella mente dell’amico. Armi nucleari, missili MIRV multi testata. Romney aveva deciso di sacrificare Admiral City per fermare la nuova minaccia. No. Non glielo avrebbe permesso.
«Rushmore, mi occupo io del Wyoming. Tu aiuta Eric, possiamo ancora farcela!»
Scanner si distese a terra e proiettò la sua mente verso i quindici ufficiali del sommergibile. Doveva guadagnare tempo.
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:10
La creatura aveva raggiunto la sua piena estensione, era intimamente connessa con ogni traccia di Teleforce sulla superficie del pianeta e si era spinta fino a grande profondità nella crosta terrestre nella sua ricerca. Era tempo di raccogliere, di riunire il tutto per crescere ancora e raggiungere così la sorgente dell’energia, in un altro strato della realtà.
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:15:55
Rushmore aveva preso il controllo dell’armatura di Uranium, allontanandolo dalle immediate vicinanze della Salazar Tower. Eric continuava a non voler rispondere ai suoi appelli via radio e i livelli di radiazioni che emetteva stavano diventando preoccupanti. Le videocamere dell’armatura mostravano la creatura nella sua piena estensione e quei sottili filamenti che finivano con il perdersi negli strati alti dell’atmosfera lo preoccupavano. Allo stesso tempo seguiva i risultati dell’operato di Scanner; il telepate aveva avuto un’idea geniale. Sapendo che il protocollo del lancio di armi nucleari richiedeva la conferma dei codici da parte di due ufficiali a bordo aveva confuso sia il ricordo che la percezione di due cifre del codice, rendendolo così diverso per tutti e quindici gli ufficiali. Il comandante stava inviando messaggi sempre più confusi alla base di Groton. Improvvisamente lo schermo del controllo dell’armatura si bloccò, la scritta MANUAL OVERRIDE a lampeggiare in rosso.
Pentagon War Room
Washington, D.C.
23 Aprile 2013
Ore 00:16:00
Il presidente Romney era passato, insieme a tutto il suo staff, nella War Room sotterranea del Pentagono dove aveva trovato ad attenderlo i Segretari di Stato e della Difesa. Altri membri del governo, insieme al vice presidente Ryan, erano in volo verso il comando del NORAD. L’intero sistema militare americano era passato in Defcon-1. I principali leader mondiali stavano seguendo al situazione, ognuno seguendo i suoi piani di emergenza. Se la situazione a Puerto Rico fosse sfuggita di mano Romney era disposto a farla bombardare sia dai russi che dai cinesi, la verità non sarebbe mai arrivata all’opinione pubblica.
«Signor Presidente, il Wyoming è in posizione di lancio.»
«Perché non ha già sparato quei maledetti missili? Ho dato l’ordine esecutivo un quarto d’ora fa!»
«Signore, pare che ci siamo dei problemi con i codici di lancio. Stiamo attivando un secondo sommergibile ma ci vorrà ancora qualche tempo. Il Rhode Island sarà pronto al lancio tra undici minuti.»
«Va bene! Massa di incapaci, mi domando come avete sprecato i miliardi che costate ogni anno!»
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:16:00
Eric Meson aveva ritrovato se stesso. Aveva accettato di poter morire, di cadere come American Dream. Con un sussurro attivò la configurazione più estrema dell’armatura, ignorando una volta di più la voce concitata di Rushmore. Puntò entrambe le mani verso la creatura e chiuse gli occhi, lasciando che tutto il suo dolore, la sua rabbia e la sua frustrazione avessero la meglio sui condizionamenti che aveva appreso negli anni. Una volta Rushmore gli aveva detto di non essere in grado di calcolare a che livello di potenza potesse arrivare, era arrivato il momento di scoprirlo. L’aria attorno a lui iniziò a ionizzarsi, le sue mani a brillare di una luce verdeblu ultraterrena. I contatori Geiger dell’armatura andarono dritti fuori scala.
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:16:05
La creatura cominciò ad evocare a sé il potere della Teleforce, attivando tutte le propaggini che aveva diffuso per il pianeta. In tutto il mondo i super umani sentirono improvvisamente un dolore acutissimo, un gelo terribile scendere nel profondo delle loro anime. In Giappone, in California, nelle Filippine, in Turchia, in Iran e in Cile iniziarono a prodursi scosse di terremoto. Quando il dolore arrivò alla mente di Uranium la reazione fu il rilascio della sua piena potenza.
Raggi gamma. Un fascio di energia erogato poco sotto la velocità della luce a una potenza devastante, petajoule concentrati su un’area ristrettissima. La creatura cercò di assorbire l’onda di energia, per una frazione di secondo passò dal blu a un bianco accecante, crescendo enormemente di statura quasi potesse lanciarsi verso la stratosfera. Poi la materia che la componeva collassò. Da neutroni, protoni ed elettroni fino a degradare in adroni, mesoni e barioni, fino a dissolversi del tutto. Il suo urlo di morte riecheggiò dalle frequenze radio fino agli ultravioletti mentre le particelle elementari che l’avevano composta venivano scagliate oltre gli strati superiori dell’atmosfera fino ad impattare con le fasce di Van Allen.
Per un brevissimo istante la Terra brillò di luce propria, un lampo azzurro-bianco.
Per lo stesso istante, nella mente di tutti i super del mondo arrivò un frammento della consapevolezza della creatura.
Pentagon War Room
Washington, D.C.
23 Aprile 2013
Ore 00:17:00
«Signor Presidente, novità da Admiral City. I satelliti hanno registrato un evento anomalo e ora quella creatura sembra essere svanita. Livelli di Teleforce poco sopra la norma, la radioattività ambientale ha avuto un picco fuori scala ma ora sembra essere ritornata allo standard.»
Romney non rispose, lo sguardo fisso sullo schermo principale. Il centro di Admiral City ripreso dall’orbita bassa.
«Signore, siamo a T meno dieci minuti per il lancio dal Rhode Island. Il Wyoming ha ripreso l’operatività ed è a T meno tre minuti. Signore? Proseguiamo con i lanci?»
«No.» La voce del Presidente era bassissima. «Annullare. Passiamo a Defcon-2.»
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:18:00
Rebel Yell faticava a tenere gli occhi aperti, il dolore alle tempie era quasi insopportabile. Attorno a lui il resto degli Old Timers si stava rialzando lentamente. C’era un silenzio surreale. Mosse qualche passo incerto, rischiando di inciampare sulle macerie. Nessuna traccia della creatura, sembrava non si muovesse nulla in tutta la zona. Rinfoderò le pistole.
«E’ finita.» Persino la sua voce aveva un eco strano.
«Che si fa ora?» Anche Shock to the System era riuscito ad alzarsi e si guardava attorno spaesato.
«Che facciamo? Ci diamo da fare.» Rebel si stava riprendendo.«Prima che arrivi la Guardia Nazionale passeranno parecchie ore, ci sono sicuramente moltissime persone che hanno bisogno di aiuto. Tiratevi su, forza!»
Poco lontano anche Stakanov e Musashi si erano rimessi in piedi. Il russo stava aiutando Boner a mettersi a sedere. Brawler e Sniper erano rimasti al suolo, apparentemente non operativi.
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:18:00
Rushmore si era ripreso, aveva controllato le condizioni di Scanner che era ancora incosciente. Metà della strumentazione era partita ma lo schermo con la telemetria dell’armatura di Eric era ancora acceso. SYSTEM FAULT. Nessun dato dalle telecamere o dai sensori, persino il localizzatore GPS era andato. Mentre si dava da fare per riattivare più sistemi possibile teneva d’occhio le comunicazioni del Wyoming, fu un vero sollievo vederlo iniziare le manovre di allontanamento.
Altri schermi inquadravano porzioni diverse di Admiral City, zone in cui erano stati localizzati i Triari. Erano tutti a terra, apparentemente morti. Rushmore continuò a darsi da fare, cercando di costringere la sua mente lontano dal dolore. American Dream fatto a pezzi, Libby dispersa, Uranium probabilmente annientato, tutti gli altri…
Mar dei Caraibi
30 miglia a Nord di Puerto Bolivar, Colombia
Ore 00:18:00
Lady Liberty riprese conoscenza, spossata oltre ogni sua precedente esperienza. Attorno a lei c’erano tre persone, sconosciuti che la fissavano con aria preoccupata.
«Dove… dove sono?»
Le rispose il più giovane, in un inglese fortemente accentato.
«Sulla Madre de Dios signora, questo è un peschereccio. L’abbiamo vista venire giù dal cielo.»
Le tornò tutto alla mente, sequenze tanto dolorose quanto nitide. Doveva capire cosa era successo.
«Avete una radio? Un telefono satellitare?»
Pentagon War Room
Washington, D.C.
23 Aprile 2013
Ore 00:32:00
Il Presidente Romney era passato nella sala videoconferenze, da solo. Dai monitor lo fissavano Vladimir Putin, Hu Jintao e Manmohan Singh.
«Signori, possiamo dirci soddisfatti. Alla fine siamo riusciti a fermare Salazar e a disfarci di parecchi super umani. Stiamo già provvedendo a confiscare tutte le proprietà e le strutture delle Salazar Industries in territorio americano, immagino stiate facendo lo stesso nei vostri paesi.»
Cenni di assenso, sorrisi tirati. Fu Putin a rispondere.
«Come farà con la stampa? La decisione di bombardare Admiral City verrà fuori prima o poi, le sarà difficile rimanere in carica.»
Mitt Romney si versò da bere, alla faccia dei precetti mormoni. C’erano momenti in cui due dita di Bourbon era necessarie.
«Ci penserà Paul Ryan, il mio vice. Io continuerò il nostro lavoro da fuori. Scaricheremo tutte le responsabilità sui super e su Salazar.»
Alzò il bicchiere verso i capi di stato, un muto brindisi.
«Ho fatto quello che dovevo, la storia me ne renderà merito.»
Admiral City
23 Aprile 2013
Ore 00:55:00
Fu Stakanov a trovare Uranium, sul tetto di un palazzo vicino ai resti della Salazar Tower. L’armatura era annerita, la postura fetale. Il russo trovò un pannello di emergenza sul dorso, lo aprì a forza. All’interno un unico led verde pulsava debolmente.
«невероятный, è un miracolo.» Pensò Stakanov. «Quest’uomo è davvero difficile da uccidere.»
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